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The judo scene in Florence is alive! and we want to show this with our presence online! Judo is movement, adaptability … so we have evolved with this new responsive website! I hope it will give new impulse to the growth of our judo school. Exchanging information, knowledge and enthusiasm can make us grow. So welcome technology!

Our discipline has a long tradition. It evolved with the work of men and women who dedicated their body and soul, often in a free and passionate way. First of all is the founder of the discipline, Jigoro Kano, who devoted much of his life to the transformation of jujutsu into judo. Mr. Kano has given us this wonderful discipline to which we are deeply grateful. This gratitude is one of the reasons for which in many dojos there is his image hanging on the wall.

There are numerous sources that speak about Jigoro Kano’s life. One thing that stands out is the fact that Mr. Kano’s own life witnesses the principles expressed in judo, the efficient use of energy.

It is not only to Mr. Kano that goes the gratitude and respect of a judoka. This also goes to the teachers and practitioners that preceded us, to the judo players of today, and of course to our fellow practitioners. When a judoka goes around the world he can find one big family. In any big city there’s going to be a dojo in which to be hosted and practice together, a way to enrich ourselves.

 

 

 

La vita di Jigoro Kano e la nascita del judo

Il 28 ottobre 1869, a Mikage di Hyogo, nacque Jigoro Kano, terzo figlio di Kano Mareshiba Jirosaku. Da giovane era considerato un bambino prodigio per i continui successi a scuola, pur essendo di corporatura molto piccola e non eccellendo negli esercizi fisici. All’età di tredici anni lasciò Mikage per andare a studiare alla Scuola di Studi Britannici a Tokyo. Fu in quel periodo che pensò di dedicarsi al jujitsu. La disciplina però era considerata obsoleta e volgare e la famiglia ostacolò Jigoro nella ricerca di un insegnante.

Fu nel 1877 che Jigoro Kano, superata l’opposizione dei genitori, si iscrisse ad una di queste scuole di jujitsu. Era la scuola Tenshin-shin’yo, guidata da Hachinosuke Fukuda che era stato allievo del fondatore Iso Mataemon.

Tenshin-shin’yo faceva parte delle scuole civili, il fondatore, comunque, un samurai, non perse di vista il realismo del combattimento nei suoi insegnamenti.

Alla morte di Fukuda, nel 1879, per la passione e la preparazione dimostrati nella disciplina Kano ricevette i densho dalla famiglia.

Nella tradizione delle scuole di bujutsu, i densho erano i libri dei principi della scuola, che autorizzavano chi li riceveva all’insegnamento.

Sentendo il bisogno di approfondire i suoi studi, Kano decise di seguire gli insegnamenti di Iso Masatomo, altro insegnante di Tenshin oltre che figlio del fondatore. I suoi studi proseguirono ma nel 1881, quando anche Masatomo morì, Kano fu costretto a continuare altrove lo studio del bujutsu. Si iscrisse alla scuola Kito, sotto la guida di Iikubo Tsunetoshi. La disciplina insegnata da Iikubo era anche chiamata ran, ed era notevolmente diversa da quella di alcune altre scuole. Nel febbraio1882 Jigoro Kano si trasferì nel tempio di Eisho a Tokyo, prendendo in affitto delle stanze. Alcune per ospitare i giovani che gli erano stati affidati da famiglie di conoscenti, ed altre due per la sua camera ed il suo studio. Queste due, togliendo la parete mobile che le divideva, venivano unite ed utilizzate per la pratica.

Kano invitò anche il maestro Iikubo ad esercitarsi insieme a loro.

Se il Kodokan, in quanto istituto di pratica situato nell’alloggio di Kano nasceva in questa data (febbraio 1882), il Judo-Kodokan iniziò più tardi, attorno al 1883, quando Iikubo consegnò al suo allievo il diploma di insegnamento (Menkyo-kaiden) e le reliquie della scuola così che Kano ne divenne il responsabile, procedendo ad insegnare secondo i principi che aveva maturato.

Ma il nome judo venne deciso nel 1885. Il metodo fu elaborato nei successivi quaranta anni, e solo nel 1922, in una dimostrazione davanti all’imperatore, venne dichiarato “completo nei suoi mezzi e nei suoi scopi”.

All’inizio l’insegnamento di Kano era una sintesi delle scuole Tenshin-shin’yo e Kito. Queste due erano molto differenti nei loro insegnamenti e si completavano a vicenda. Ma proprio questa diversità portò Kano alla convinzione che avrebbe dovuto studiare il maggior numero di scuole possibili, per trarne poi gli elementi che avrebbero composto il metodo da lui proposto:

Così cercai di imparare tutto il possibile. Presi contatto con maestri di scuole per confrontare idee, arrivando a scambiarci qualche volta gli scritti esoterici con cui nel passato si tramandavano le esperienze profonde; personalmente mi procuravo materiale di ogni tipo: dai densho ai diplomi di trasmissione che gli uomini d’armi di un tempo custodivano gelosamente nel tesoro di famiglia, ma che ormai potevo trovare dai rigattieri.

Dalla restaurazione Meiji con l’apertura verso la civiltà occidentale ci furono grandissimi cambiamenti in Giappone. Gli usi, i valori e le discipline tradizionali, in questo periodo, venivano visti come un qualcosa di cui liberarsi, per dare spazio al nuovo. Le frange tradizionaliste rappresentate quasi esclusivamente dalla classe dei guerrieri, furono letteralmente eliminate. I contemporanei di Jigoro Kano che custodivano i segreti del jujitsu furono, in molti casi, costretti a vivere con altri mezzi. A volte erano portati a svendere le loro arti con esibizioni che avevano il solo intento di stupire il pubblico. C’erano persino delle scuole che tenevano condotte indisciplinate, cercando risse ed aggredendo i passanti. Il prof. Kano voleva rendere evidente la differenza fra queste pratiche ed il metodo da lui proposto. Vista dall’esterno la pratica del jujitsu era un qualcosa di violento, cui si associavano ferite di ogni genere, ma come affermò lo stesso Kano: ”Quando si parlava di arte della spada o di jujitsu, nessuno immaginava che si trattasse della preziosissima disciplina che tramandava la quintessenza della cavalleria samurai.” Egli riteneva però necessario mantenere un rapporto con il passato, verso cui si reputava riconoscente. Questo è uno dei motivi per cui il nome della sua disciplina fu cambiato solo in parte rispetto al nome jujitsu da cui proveniva, mantenendone il primo dei due ideogrammi (ju). L’elaborazione del metodo judo che ci è stata presentata da Jigoro Kano ha richiesto intensi studi, con il coinvolgimento di numerosi maestri delle discipline classiche.

Draeger ci riporta che, per quanto riguarda l’aspetto tecnico, gli anni di maggiore cambiamento, rispetto all’iniziale sintesi delle scuole Tenshin-shin’yo e Kito, furono i primi cinque dalla fondazione del Kodokan. Cunningham parla dei numerosi maestri di scuole di jujitsu coinvolti nell’elaborazione del Kodokan Judo. In alcuni casi fu Kano che, in qualità di allievo praticante, si fece insegnare direttamente le tecniche e i principi delle specifiche scuole. Per altre scuole coinvolse i rispettivi maestri, alcuni dei quali divennero a loro volta suoi allievi. Infine altri insegnanti dettero il loro contributo rimanendo all’esterno del Kodokan.

La personalità di Jigoro Kano fu fondamentale perchè il Kodokan Judo riscuotesse il successo di cui fu capace. Mentre trasformava il jujitsu, che come abbiamo osservato era una disciplina malfamata, in judo, con il suo enorme successo nazionale e poi mondiale, fu capace di influire su altri aspetti del Giappone.

Trascorse una vita molto intensa. Ebbe notevole successo nelle sue attività e questo è probabilmente dovuto al particolare momento storico in cui visse, oltre che alla sua non comune personalità. Il Giappone viveva in questo periodo delle profondissime trasformazioni, passando dal regime feudale in cui era rimasto per diversi secoli, chiuso all’esterno e alla modernità, ad un nuovissimo assetto governativo e sociale. C’era bisogno di volenterosi che si dessero da fare nell’organizzare il nuovo sistema sociale. La carriera universitaria di Kano iniziò nel 1877 quando si iscrisse al corso di lettere della nascente Università di Tokyo, in cui erano previsti studi in politica, economia, filosofia, letteratura giapponese e cinese. Dopo la laurea conseguita nel 1881, rimase nell’Università come studente specializzando. L’anno successivo iniziò l’insegnamento in materie quali politica ed economia. Gli vennero poi affidati nuovi incarichi di docenza, e nel 1889 partì per il suo primo viaggio in Europa.

Il Giappone cercava di capire come gli stati occidentali organizzavano e gestivano i loro apparati militari, sociali e governativi. Kano si era occupato da vicino del problema dell’educazione e conosceva a fondo i classici cinesi e giapponesi. Al suo ritorno dall’Europa gli venne affidato l’incarico di consigliere nel Ministero dell’Educazione. Contemporaneamente a questo incarico gli venne affidata la presidenza di una scuola media superiore, poi quella della Scuola Superiore Magistrale. Nel 1896 venne incaricato di provvedere all’istruzione degli studenti cinesi in Giappone. Nel 1902 venne incaricato di un progetto di alfabetizzazione per la Cina. Per 26 anni fu Direttore della Scuola Normale Superiore. Nel febbraio del 1922 venne a far parte della Camera Alta giapponese (Senato). Viaggiò moltissimo, soprattutto in considerazione del periodo e della lontananza del Giappone dall’Europa. Per ben nove volte si imbarcò alla volta dell’occidente, ed anche se non era ufficialmente Ministro degli Esteri, ne svolse le funzioni. Fu il primo Presidente del Comitato Olimpico giapponese. Era un internazionalista ed un pacifista e vedeva nel judo un mezzo per ottenere una miglior collaborazione fra i popoli. Morì il 5 maggio 1938, sulla Hikawa-maru, la nave che lo stava riportando in Giappone. Secondo fonti non certe, in un Giappone che si preparava alla guerra Jigoro Kano fu ucciso a causa delle sue posizioni internazionaliste e pacifiste.